Nella prima parte, Cantelmo dipinge negativamente la realtà sociale a cui intende opporsi: la città borghese ossessionata dal denaro.
Lo Stato non deve essere altro se non l’istituzione che favorisce l’elevazione di una classe privilegiata. Questo dominio elitario deve poi essere finalizzato ad una politica aggressiva verso l’esterno: bisogna ridare a Roma una potenza imperiale, che la porti di nuovo a dominare il mondo.
Gli intellettuali devono dare un contributo essenziale, non devono limitarsi al rimpianto del passato. Il loro compito è l’azione, in difesa della bellezza contro la meschinità del mondo moderno.
Per prepararsi all’azione, Cantelmo si propone di:
- portare alla perfezione i caratteri della stirpe latina;
- incarnare la sua visione del mondo in una perfetta opera d’arte;
- trasferire le ricchezze ideali della stirpe in un figlio, il superuomo.